MADE IN ITALY REGIA DI Nanni Loy. Per realizzare questo film Loy ha impiegato un cast comprendente molti attori famosi.In una trentina di episodi, distinti in cinque sezioni (Usi e costumi; Le donne; Il lavoro; Lo Stato, la Chiesa e il cittadino; La famiglia), il regista descrive acutamente i costumi degli italiani e, tra una sezione e l'altra, viene inserito un intermezzo: quattro operai a bordo di un aereo diretto a Stoccolma anticipano la sezione successiva con un comportamento "tipico" tra compassati viaggiatori svedesi ma, negli ultimi fotogrammi del film, una volta arrivati in Svezia porteranno allegria in un silenzioso bar nei dintorni della capitale. Il film è ambientato in alcuni luoghi caratteristici dell'Italia: Roma, Amalfi, Ravello, Matera, Napoli, Venezia, Torino, Firenze, più la Sicilia ed alcune zone dell'Italia rurale.
Riproposizione fedele al Vangelo di Matteo della vita di Gesù Cristo, dall'annunciazione a Maria della nascita del figlio di Dio, al matrimonio con Giuseppe e la fuga in Egitto per sfuggire ad Erode ed alla strage degli innocenti. Divenuto adulto Gesù affronta le prove nel deserto, e dopo quaranta giorni di tentazioni, prosegue per la Palestina, in compagnia degli Apostoli a predicare il suo verbo, compiendo miracoli. Processato da Ponzio Pilato, viene condannato alla crocifissione e la resurrezione conclude la sua vita terrena. Il regista utilizza attori non professionisti e comparse scelte tra la locale popolazione contadina. Molti gli amici del regista che parteciparono alle riprese e, tra questi, alcuni intellettuali di fama come Natalia Ginzburg, Alfonso Gatto ed Enzo Siciliano, oltre al solito Ninetto Davoli. Come poi farà in Teorema (1968), Pasolini ritaglia un ruolo anche per l'anziana madre Susanna, che qui interpreta la Madonna anziana. La figura di Cristo fu affidata al catalano Enrique Irazoqui allora sindacalista diciannovenne, in Italia per cercare appoggi alla lotta contro il regime franchista[2][3]. Venne doppiato da Enrico Maria Salerno. Il film fu girato in diverse località italiane, ma senza seguire una traccia geografica precisa. L'idea iniziale era di ambientarlo negli stessi luoghi della Palestina dove realmente si erano svolte le vicende narrate, ma presto essa si rivelò poco praticabile, anche per via dei mutamenti subiti dal paesaggio nel corso dei secoli. Di qui la decisione di girarlo nell’Italia centro-meridionale: in particolare negli ambienti rupestri di varie regioni ed anche in Basilicata: a Barile, Lagopesole (La scena del sinedrio è girata nel cortile interno del Castello di Lagopesole) e nei Sassi di Matera);
La contadina Purificata è disperata perché l'uomo che ama, Antonio, è promesso a un'altra. Dopo essere stata rifiutata più volte da lui, Purificata gli getta contro il malocchio e si dà alla fuga. Ma viene inseguita e braccata dall'intero paese che la ritiene responsabile di una catastrofe e dopo averla catturata, la gente la porta in chiesa per un esorcismo.
Viva l'Italia! è un film del 1961 diretto da Roberto Rossellini, che narra le vicende della spedizione dei Mille. Nato da una coproduzione mista italo-francese è stato realizzato in due versioni per i due paesi, caratterizzate da notevoli differenze nel montaggio e nella durata.
La première si tenne al Teatro dell'Opera di Roma, il 27 gennaio 1961, nel corso di una serata di gala internazionale, organizzata con il patrocinio della Croce Rossa. Le proiezioni pubbliche ebbero inizio il successivo 2 febbraio per la versione italiana e il 2 maggio 1961 per quella francese, con il titolo Vive l'Italie. La versione italiana è stata anche doppiata in lingua spagnola e inglese, in quest'ultima pubblicata con il titolo Garibaldi.
In effetti il titolo fu oggetto di alcune polemiche e cambiato poco prima della presentazione. Originariamente Rossellini aveva titolato il film Paisà 1860, scelto dal regista per sottolineare il taglio neorealistico dell'opera che rappresenta un distacco dalla retorica risorgimentale per approdare al rigore storico nella narrazione. Il principale soggettista e sceneggiatore Sergio Amidei tracciò un significativo parallelismo tra la nuova opera e il precedente Paisà, evidenziando le analogie tra l'epopea garibaldina del 1860 e la guerra di liberazione alleata, dopo lo sbarco in Sicilia del 1943. In entrambi i film, secondo Amidei, ci si trova di fronte a «un esercito di liberatori che conquista paesi e popolazioni di cui non conosce i problemi reali».
La lettura data da Rossellini agli avvenimenti risorgimentali del 1860 suscitò il favore o la contrarietà dei vari critici cinematografici dell'epoca, ma al di là delle valutazioni sugli aspetti artistici e politici, il film offre una rara e pregevole ricostruzione storica d'immagine, essendo girato nei luoghi ove si svolsero i fatti, con centinaia di comparse e una notevole attenzione ai costumi. Tra le molte scene interessanti, risultano particolarmente suggestive le riprese dall'alto della battaglia di Calatafimi che mostrano le posizioni e i movimenti delle truppe sul colle Pianto Romano e le ambientazioni dell'insurrezione di Palermo, in una città quasi spettrale che ancora portava i segni, piuttosto evidenti, del precedente conflitto mondiale.
Le riprese sono state girate a Matera
L'ESTATE E' FINITA ... L'AUTUNNO ANCHE.. E L'INVERNO MI CONSIGLIA DI CONTINUARE QUESTA RICERCA CHE CON MOLTO FATICA CONTINUERO'... PERO' FORSE VALE LA PENA...
Raffaele,
uno studente fuorisede a Napoli, è costretto a ritornare a Pollena, suo paese natale, perché la sua
amata nonna Sabella è morente. Sconvolto dalla notizia Raffaele si reca subito
a casa della moribonda, qui ritrova il paese addolorato per le condizioni di
nonna Sabella. Tutti tranne Carmela, l'ormai matura sorella di Sabella, e
l'ufficiale postale Emilio, fidanzati da vent'anni, che non hanno potuto
realizzare il loro sogno d'amore per l'ostinata opposizione da parte della nonnina.
Ma nessuno aveva fatto i conti con l'arzilla vecchietta, che all'arrivo del
nipote guarisce improvvisamente e svela i suoi piani, cioè quelli di far
tornare al paese il nipote e costringerlo a fidanzarsi con Evelina, figlia di
un facoltoso proprietario terriero. Raffaele però si innamora della storica
compagna di giochi Lucia, nipote di Emilio, rivista al suo ritorno in paese.
Raffaele ed Emilio si coalizzano contro la prepotenza di nonna Sabella e
riescono a ingannarla. Con la complicità del parroco, infatti, Emilio sposerà
in gran segreto l'antica fidanzata. Nonna Sabella dovrà quindi accettare il
matrimonio della sorella e benedire il matrimonio del nipote con Lucia. Ma
Sabella si prenderà la sua rivincita, costringendo i due sposini a ospitarla
nel viaggio di nozze verso Roma.
Nel villaggio dove viveva, la chiamavano "la Lupa", poiché non era mai sazia delle relazioni che aveva con gli uomini. Le altre donne avevano paura di lei, perché la Lupa -bella e vorace- attirava i loro mariti e i loro figli anche con un solo sguardo. Di ciò soffriva sua figlia, Maricchia, consapevole del fatto che non avrebbe trovato mai marito per colpa della pessima reputazione della madre.
La Lupa si innamorò di un giovane che mieteva il grano con lei, Nanni, che seguiva e guardava avidamente. Una sera, la donna decise di dichiarargli il suo amore, ma il ragazzo rispose di volere in sposa Maricchia; ella andò via per poi tornare ad Ottobre, per la spremitura delle olive, offrendo la figlia in sposa al giovane. Nanni accettò, anche se la Lupa dovette costringere Maricchia a sposarlo con le minacce: sposando sua figlia, infatti, Nanni sarebbe stato costretto a passare molto tempo anche in compagnia della donna.
Passò il tempo e Maricchia diede dei figli a Nanni. Sua madre aveva deciso di non farsi più vedere, ma, un pomeriggio caldo, svegliò Nanni che dormiva in un fosso e gli offrì del vino. Lui la pregò più volte di andare via, ma lei tornò altre volte, noncurante dei suoi divieti.
Maricchia, disperata, accusava la madre di volerle rubare il marito e andò dal brigadiere per farsi aiutare. Anche Nanni chiese aiuto al brigadiere, che supplicò di arrestarlo e rinchiuderlo in prigione: tutto pur di non rivedere la Lupa.
Qualche tempo dopo, Nanni prese un calcio al petto da un asino. Il ragazzo, sebbene sembrasse in procinto di morire, riuscì a sopravvivere e dovette sopportare un ulteriore ritorno della Lupa, che minacciò di uccidere. Quando la donna tornò ancora da lui, fu l'ultima volta: Nanni la uccise, esasperato dalla sua bellezza e dalla volontà di restare fedele a sua moglie.
Trama del
film LE DUE SORELLE:
Il giovane marchese Alberto ha avuto una relazione con Franca, figlia del suo
fattore, ch'egli poi ha abbandonato: dalla relazione è nato un bambino. Il
tradimento sofferto ha ferito profondamente l'amico di Franca ed essa non sa
decidersi ad accogliere le premure di Giovanni, che vorrebbe sposarla.
Ritornato dopo lunga assenza, Alberto finge d'aver dimenticato la precedente
relazione e si mette a far la corte alla sorella minore di Franca, Vera, che
mostra di gradirla. Franca sente il dovere di difendere la sorella dal
pericolo, che la minaccia, e quando Vera si rifiuta d'ascoltare i suoi
consigli, si rivolge ad Alberto. Vera la sorprende a colloquio col marchese e
la gelosia le suggerisce calunniosi sospetti, ch'essa non esita a comunicare a
Giovanni. Questi, che ama appassionatamente Franca, si reca difilato alla casa
del marchese, che affronta e ferisce gravemente. Poi fugge, in preda al
rimorso, e nella notte cade in un burrone e muore. Al capezzale d'Alberto, Vera
apprende dal parroco tutta la verità: pentita, invoca la guarigione del
marchese e fa voto di prendere il velo. Alberto guarisce e sposa Franca, mentre
Vera si fa monaca.